In questo periodo di preparazione ai congressi del Partito Democratico, vorrei anch’io fare alcune riflessioni, che spero possano diventare spunto per la discussione e il confronto, dentro e fuori dalle stanze del partito.
Dico dentro e fuori dal partito, perché quello che non possiamo permetterci di dimenticare è che i nostri elettori e simpatizzanti sono soprattutto fuori dalle stanze delle segreterie. Per questo dovremmo cercare di avere un approccio quanto più possibile “aperto” e disponibile ad ascoltare gli umori e, perché no, anche le critiche di chi ha votato e sostenuto il Partito Democratico e che ora magari attraversa semplicemente un momento di stanchezza e di mancanza di entusiasmo.
Non so quantificare questa situazione, ma certamente la sensazione, riconosciuta un po’ da tutti, è che ci sia bisogno di dare nuovo slancio alla nostra attività politica. Lo si fa indubbiamente ripartendo dal basso, dalle sezioni locali, dai circoli territoriali e, prima ancora, dalla gente comune; ma lo si fa anche individuando insieme una linea politica chiara e definita, che possa essere vero punto di riferimento per tutti.
Dico questo perché sta diventando sempre più imbarazzante che all’interno dello stesso partito si prendano pubblicamente posizioni anche molto diverse sulle stesse questioni. Un esempio su tutti ha rappresentato il referendum sull’acqua pubblica, al quale alcuni deputati hanno aderito convintamene, altri non hanno aderito, altri ancora hanno espresso simpatia senza prendere una posizione chiara.
Prima di tutto, la chiarezza credo debba essere alla base della nostra proposta politica. Per questo è necessario sviluppare il dibattito all’interno del partito e fuori, per poi assumere posizioni definite, che esprimano in modo chiaro e diretto ai cittadini le nostre idee.
Questo ritengo sia il presupposto di partenza, l’obiettivo da raggiungere attraverso il nostro dibattito congressuale. Non possiamo continuare a far finta che non esistano posizioni diverse se poi queste si manifestano apertamente tra la gente, ma dobbiamo avere la capacità di discuterle per trovare un punto di sintesi, che superi le conflittualità esistenti, dando risposte concrete ai problemi sociali, del lavoro e dell’economia, senza dimenticare che non si possono affrontare i problemi di oggi coi metodi e gli strumenti del passato, ma che occorre essere capaci di interpretare le questioni in campo in modo innovativo.
In ultimo vorrei affrontare il tema del rinnovamento, tirato in ballo un po’ da tutti, ma che vorrei provare a declinare. C’è bisogno di un rinnovamento prima di tutto generazionale, perché penso sia giusto, necessario e doveroso investire sulle nuove generazioni, che sono il presente ma che possono diventare anche il futuro del nostro partito. E’ vero però che l’anagrafe da sola non può bastare, per questo sono convinta che il rinnovamento passi anche attraverso il tentativo di individuare persone “nuove”, che possano dare un contributo, sia in termini di freschezza di idee e che di compattezza, superando una volta per tutte gli steccati degli “ex” e le divisioni interne date dall’appartenenza ai vecchi schieramenti, per costruire insieme, per davvero, un partito nuovo.
Mentre il partito non lo ha fatto:
http://www.acquabenecomune.org/aprilia/article.php3?id_article=2396
http://www.unita.it/news/97777/pd_no_al_referendum_sullacqua_legge_con_un_milione_di_firma
a ulteriore dimostrazione che lo stesso partito, a vari livelli e a seconda dei territori, ha preso posizioni molto diverse, anzi, direi quasi opposte…
Sono convinta però che, ragionando e discutendo della questione, si sarebbe potuto trovare un punto di sintesi su cui fosse portata avanti, da tutto il partito, una battaglia politica sul tema dell’acqua.
Ciao
per il referendum sull’acqua pubblica oltre a diversi parlamentari la base del PD, una gran parte si è mossa e si continua a muovere!
http://www.facebook.com/pages/Anche-il-PD-a-favore-del-referendum-sullacqua-pubblica/115462725152887
http://pdacquapubblica.wordpress.com/