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Archive for novembre 2010

L’Unesco, l’organizzazione delle Nazione Unite, per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, è un’istituzione specializzata intergovernativa il cui compito principale consiste nell’identificazione, nella protezione, nella tutela, nella promozione e nella trasmissione alle generazioni future dei patrimoni culturali e naturali di tutto il mondo.

L’UNESCO incoraggia i Paesi membri ad assicurare la protezione e lo sviluppo del proprio patrimonio naturale e culturale attraverso l’adozione di una politica che assegni una funzione strategica al patrimonio culturale nella vita collettiva.

Ogni stato membro compila, ogni 5 anni, una lista propositiva di siti. Attualmente i nuovi criteri di selezione mirano all’inclusione di tipologie finora poco rappresentate quali i paesaggi culturali o l’architettura contemporanea. Le proposte vengono effettuate dalle amministrazioni competenti per la gestione dei siti al Ministero per i Beni e le Attività culturali, che decide quali candidature debbano essere presentate ogni anno al Comitato per il Patrimonio mondiale.

La Regione Toscana, di concerto con il Ministero per i Beni e le Attività culturali, le Province di Firenze, Prato, Pistoia, Lucca, i comuni di Firenze, Barberino di Mugello, Carmignano, Cerreto Guidi, Fiesole, Poggio a Caiano, Quarrata, san Piero a Sieve, Seravezza, Vaglia, hanno deciso di presentare all’UNESCO la candidatura per l’inclusione nella Lista del Patrimonio Mondiale del sistema “Ville e Giardini Medicei”.

Le ville e i giardini medicei sono 29 in tutta la Toscana, di questi 29 ne sono stati selezionati 14 in accordo con gli uffici del Ministero, la selezione è stata proposta al Ministero dalla prof. Paola Falini dell’Università La Sapienza di Roma e dal prof. Luigi Zangheri dell’Università di Firenze.

La Magia rientra tra i 14 siti medicei selezionati. Oltre a La Magia sono state selezionale il Giardino di Boboli, la villa della Petraia, la villa di castello, la villa di Careggi, la villa del Poggio Imperiale, il giardino di Pratolino, la villa de Il Trebbio, la villa di Cafaggiolo, la villa Medici di Fiesole, la villa di Poggio a Caiano, la villa di Artimino, la villa di Cerreto Guidi, il palazzo di Seravezza.

Investire sulla Magia ha portato lustro alla città, scelta fra tanti pur pregevoli complessi architettonici, per la sua bellezza architettonica, artistica, naturalistica e per l’impegno nella promozione dell’arte contemporanea. Tutto ciò contribuisce ad accendere i riflettori su una città che vuol crescere e imporsi come una realtà in grado di raccogliere la sfida del futuro, partendo dall’armonia e dalla tradizione del passato.

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L’Autorità per la Partecipazione regionale, sia per ragioni di “equità territoriale”, che per promuovere la diffusione della cultura della partecipazione in tutta la Toscana, ha scelto di non finanziare nuovamente tutti quei soggetti che già hanno usufruito in passato del contributo regionale, per la realizzazione dei propri processi partecipativi sul territorio.

Il Comune di Quarrata fa parte di questi soggetti, avendo scelto quasi due anni fa di intraprendere un percorso partecipativo per la redazione del regolamento per la partecipazione e avendo ottenuto per questo il finanziamento regionale.

Si tratta di una posizione chiara, assunta in modo fermo dall’Autorità per la partecipazione, prof. Lewanski, che esclude a priori e indistintamente tutti i comuni che hanno già ottenuto un finanziamento in passato, senza neppure entrare nel merito della proposta che il Comune di Quarrata o altri potrebbero presentare.

Ho scritto al Presidente della Regione Enrico Rossi perché si tratta di una presa di posizione assurda e illogica da parte dell’Autorità, che non era contenuta in nessuno dei documenti sottoscritti dalle amministrazioni locali con il governo toscano. Anzi, fin dall’approvazione della legge regionale toscana sulla partecipazione, sempre è stata sottolineata la necessità di dare continuità alle azioni partecipative, affinché questo metodo diventasse alla lunga una prassi consolidata in Toscana.

Anche per questo sono convinta che escludere proprio le realtà, come Quarrata, che fin da subito hanno aderito e creduto alla partecipazione, metta invece fortemente a rischio la possibilità di dare “gambe” alla partecipazione, impedendo di darle continuità proprio nei territori più fertili da questo punto di vista.

In un periodo in cui le amministrazioni locali hanno e avranno sempre più difficoltà perfino a mantenere i servizi essenziali per i cittadini (mensa, trasporto scolastico, asili nido, etc…) non si può pensare che i costi della partecipazione possano ricadere solo sui Comuni. Di fatto questa scelta ci mette nell’impossibilità di attuare gli impegni col governo regionale e, soprattutto, l’impegno coi cittadini a proseguire sulla strada della partecipazione.

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Quando si parla di urbanistica, il pensiero corre veloce alla domanda: quali terreni diventano murativi e quali no?

Così è stato per tanto tempo e questa è senz’altro l’innovazione più forte del nuovo Regolamento Urbanistico di Quarrata, che anziché decidere quali sono i terreni murativi per i prossimi anni e quali no, ha istituito le APD.

E’ del tutto evidente che, nella logica dei “vecchi” strumenti urbanistici, unico motivo di interesse al piano per gli interessi dei singoli cittadini era capire il destino dei propri terreni: murativo o agricolo? Dall’altra parte l’amministrazione si trovava a fare scelte ingrate e piuttosto arbitrarie, decidendo di fatto i terreni il cui valore avrebbe avuto un’improvvisa impennata di prezzo, in funzione dell’edificabilità. In questo meccanismo si annidavano purtroppo anche i peggiori dubbi riguardo alla trasparenza del processo e delle conseguenti scelte.

Con l’istituzione delle aree APD non è il Comune che sceglie i terreni su cui si può costruire, ma tutti i terreni potenzialmente edificabili possono partecipare a dei bandi, attraverso i quali si selezionano i migliori progetti e quelli con un ritorno pubblico maggiore, in termini di realizzazione di opere per la collettività da parte dei privati che costruiscono. Lo strumento delle APD ha ricevuto inoltre unanimi consensi a tutti i livelli: nei convegni delle Pubbliche Amministrazioni, da parte dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, da parte di alcuni Ordini Professionali e, non ultimo, dalla Associazione Nazionale Costruttori Edili.

Su questo meccanismo e sul nuovo strumento urbanistico hanno fatto ricorso solo alcuni cittadini, alcuni dei quali hanno poi presentato comunque i propri progetti in base alle nuove norme. Nessuna autorità amministrativa o giudiziaria ha però sospeso o “congelato” in qualche modo né il Regolamento Urbanistico né gli altri atti e procedimenti conseguenti alla sua approvazione, per cui tutto sta procedendo regolarmente, compresa la pubblicazione del bando APD.

Si tratta di una scelta, che è politica e che è stata fortemente voluta dall’amministrazione, vale a dire consentire a tutti di competere alla pari per aggiudicarsi l’edificabilità. Si precisa inoltre che, in questa fase, per la partecipazione al bando con scadenza 22 dicembre: gli studi geologici non sono necessari; la costituzione in gruppo dei proprietari non è un obbligo, ma che è solo un vantaggio per loro, se i proprietari sono più di uno e aderiscono tutti allo stesso progetto; il progetto richiesto è un planivolumetrico, quindi una proposta molto semplificata e non un progetto completo; le opere pubbliche da individuare sono quelle previste da qualsiasi intervento di lottizzazione; la fidejussione richiesta in fase di gara è simbolica, la garanzia vera e propria verrà chiesta solo ai vincitori al momento dell’accordo da sottoscrivere con il Comune.

Per tutto questo invito anch’io tutti i cittadini interessati a partecipare al bando APD. Non farlo significherebbe soltanto dare un vantaggio agli altri proprietari competitori, lasciando loro campo libero.

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Si è tenuto sabato mattina scorso l’incontro “Bulli allo stadio”, nel corso del quale un centinaio di studenti delle scuole secondarie fiorentine e pistoiesi hanno potuto incontrare Marisa Grasso Raciti (moglie dell’ispettore capo Filippo Raciti) e Walter Veltroni.

Come sindaci vogliamo trasmettere un messaggio: che lo sport non deve essere sinonimo di violenza e rabbia, ma di passione, divertimento, confronto e deve insegnare il rispetto per se stessi e per gli altri.

L’illegalità può avere diverse forme: ci sono le infiltrazioni mafiose vere e proprie, la corruzione diffusa, e infine la legalità debole, cioè l’atteggiamento culturale di giustificare piccoli comportamenti non legalmente corretti. La legalità deve diventare parte integrante della cultura democratica.

Queste iniziative servono a far confrontare i ragazzi con persone, come Marisa Grasso Raciti, che hanno vissuto e stanno vivendo sulla propria pelle ciò che significa la violenza.

“Ad un messaggio poco educativo – ha detto ai ragazzi presenti in sala Marisa Grasso Raciti – dobbiamo dare una risposta altamente educativa, che faccia da stimolo affinché quello che è successo non si ripeta. La violenza è distruttiva, distrugge la vita, la famiglia, la fiducia. Il tifo dovrebbe invece essere qualcosa di positivo e trasmettere un messaggio costruttivo, di collaborazione”.

“Il calcio deve tornare ad essere un luogo di festa, di gioco e quando si gioca non ci si deve far male – ha aggiunto Walter Veltroni, autore di “Quando cade l’acrobata entrano i clown”, dedicato alla tragedia dello stadio Heysel – richiede solidarietà e rispetto reciproco. Andare allo stadio non per vedere una partita ma per fare del male agli altri è una follia”.

Durante l’incontro è emersa anche la volontà, da parte dei rappresentanti di alcune scuole presenti, di sostenere la richiesta della signora Raciti alla FIGC di un minuto di silenzio, in ricordo di quanto accaduto allo stadio Massimino di Catania il 2 febbraio di tre anni, quando perse la vita l’ispettore capo Filippo Raciti, prima della partita Catania-Palermo del prossimo 3 aprile 2011, per la prima volta aperta in campionato a entrambe le tifoserie dopo quando accaduto nel 2007.

Il Meeting di quest’anno si concluderà invece venerdì prossimo, a Firenze, con l’iniziativa “Servitori dello stato e legalità: gli anni 80 e la commissione d’inchiesta sulla P2” e l’intervista alla giornalista e scrittrice Anna Vinci.

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Il Comune di Quarrata si è aggiudicato un importante premio alla manifestazione “Dire E Fare”, la rassegna sui progetti di innovazione della Pubblica Amministrazione, giunta quest’anno alla sua tredicesima edizione, e che si è svolta dal 17 al 20 novembre 2010, presso la Fortezza Da Basso a Firenze.

A ricevere il premio “Città Ideale” , infatti, è stato il progetto “Ma cos’è questo PIUSS?”, con il quale l’Amministrazione Comunale ha partecipato quest’anno alla manifestazione.

Il riconoscimento è stato assegnato perché ritenuto “Un progetto di riqualificazione urbano fortemente orientato al coinvolgimento della popolazione”.

Con interventi che vanno dalla viabilità alla riqualificazione del centro cittadino, dalla piscina all’asilo nido, dalle piste ciclabili alla Magia, dagli alloggi di emergenza alle strutture per il volontariato, il Comune ha colto un’importante opportunità che porterà sul territorio risorse regionali che potranno essere così investite per lo sviluppo della città, delle imprese e di tutta la comunità.

Siamo orgogliosi di questo importante riconoscimento, perché è stata premiata l’idea di scommettere sulle risorse del territorio, che è alla base di tutti questi progetti, che investono diversi settori di attività. Per Quarrata rappresenta una grande opportunità di crescita con il coinvolgimento di tanti soggetti ma con un unico scopo: dare un nuovo impulso alle opere del territorio e all’economica locale, migliorando la qualità urbana e ambientale della città.

“Dire & Fare” ogni anno assegna diversi premi a tutti quegli espositori che hanno presentato i progetti migliori, che si sono distinti per carica innovativa, per efficacia e creatività, e che si sono dimostrati in grado di apportare un cambiamento positivo nell’erogazione di servizi da parte degli enti e, di conseguenza, nella qualità della vita di cittadini.

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Ieri mattina ho visitato, insieme alla giunta comunale e ai tecnici che seguono la realizzazione dell’opera, il cantiere della seconda tangenziale di Prato ovest.

Proseguono i lavori per il completamento della seconda Tangenziale di Prato che taglia il territorio da nord a sud e che, una volta ultimata, avrà uno sviluppo complessivo di 10.2 km.

La nuova viabilità interessa fortemente il territorio comunale di Quarrata: dall’innesto tra la via Firenze e la SP 66 (ex statale) infatti la nuova viabilità attraverserà il torrente Ombrone per raggiungere direttamente il casello autostradale di Prato ovest, alleggerendo così la viabilità sull’incrocio di Olmi e sulla via IV Novembre che congiunge Quarrata con Agliana e, allo stesso tempo, tutta la viabilità che attraversa Casini e Caserana per raggiungere l’autostrada.

Per quanto riguarda il nostro tratto di viabilità, si sta lavorando al sottopasso dell’autostrada nel territorio di Agliana. Contestualmente però, si sta procedendo con le demolizioni (in parte già visibili) per la realizzazione della rotonda all’innesto tra la via Firenze e la SP 66 (ex statale) e si sta realizzando il ponte sull’Ombrone, necessario a congiungere la viabilità nel territorio di Prato con quella sul territorio di Quarrata. Il ponte in particolare è sostanzialmente realizzato a piè d’opera, cioè già costruito a terra e, condizioni metereologiche permettendo, sarà messo in opera sulle spallette nel frattempo già edificate nel periodo delle festività natalizie.

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E’ stato aperto questa mattina il nuovo ponte intitolato a “Piero Calamandrei”, che collega via Della Repubblica e via De Nicola.

Si tratta di una struttura realizzata con spalle laterali e soletta in cemento armato della lunghezza di circa 11 metri per una larghezza di circa 6.10 metri, oltre alle fasce laterali adibite a marciapiedi.

Il progetto si inserisce all’interno delle varie opere di urbanizzazione previste in Via della Repubblica. La nuova viabilità alleggerirà il traffico nel centro della città, collegandosi alla zona di Spedaletto in modo diretto, senza dover transitare dal centro.

Questo ponte è la dimostrazione di come, in un momento in cui i Comuni sono attraversati dalla crisi finanziaria a causa del tagli agli enti locali da parte del Governo, possano essere efficaci gli interventi realizzati grazie alla collaborazione tra pubblico e privato.

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IL 5 novembre a Roma è iniziato il Corso sulle Pari Opportunità promosso dal Comitato Pari Opportunità dell’ex Agenzia autonoma segretari comunali e provinciali. Il Comitato, da me presieduto dall’aprile 2008, ha fatto un percorso faticoso, che ha condotto ad un risultato tangibile: questo primo appuntamento all’Università III di Roma, a cui partecipano 20 Segretari, che avranno così modo di approfondire il tema, oggi più che mai sentito, di uguali opportunità per tutti.

L’uguaglianza deve diventare un fatto normale nella nostra società, in primis nelle Amministrazioni pubbliche, che per prime devono essere di esempio e di stimolo per rinnovare le coscienze, sostenendo un modo differente di vedere le cose.

Pari opportunità significa infatti non una rivendicazione fine a se stessa, bensì la consapevolezza che la società si priverebbe di una parte delle sue intelligenze, se queste non fossero messe nelle condizioni di poter essere al servizio della comunità in cui vivono.

E’ necessario mettere in atto ogni strategia per cambiare la mentalità di questa nostra società, che troppo spesso dimentica il punto di vista dell’altro, per cercare in ogni modo di affermare il proprio. Una società coesa, dove si vive bene, è quella in cui ognuno può mettere a frutto i propri talenti,valorizzandoli nel modo migliore. Solo così il bene comune potrà prevalere rispetto alla “legge del più forte”.

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